Feste, sagre e fiere

Maria SS. Annunziata (La Protettrice)

25 Marzo

E' la prima festa popolare dell'anno ed include anche la Festa in onore di San Giuseppe, Compatrono della città. Vi si svolge una importante fiera del bestiame e degli attrezzi agricoli e il tradizionale mercato dei prodotti casalinghi il giorno della "Nunziateddha".

Cenni storici

Negli atti dell'archivio diocesano, che documentano una visita pastorale del Vescovo di Nardò Mons. Ludovico De Pennis, il 14 maggio 1452 in "Casale Tullie" sono mensionate due cappelle rurali: Ecclesia Sancte Marie Nunciate e Ecclesia Sancte Marie in Casale Tuglie. La prima era probabilmente situata nella contrada rurale omonima, in atti successivi riportata come la "Nuntiata Vecchia di Tuglie", al limite territoriale tra il piccolo feudo di Tuglie, quello di Parabita e quello di Gallipoli.

Da questi documenti apprendiamo che la piccola cappella rupestre, sostituita poi dall'attuale Chiesa Matrice, era già dedicata a Maria SS. Annunziata. L'origine della festa popolare si ritiene databile intorno al 1750, quando furono pressoché completati i lavori di costruzione dell'attuale chiesa e la stessa fu dotata di arredi e statue. E' appunto di quell'epoca la statua della Vergine che oggi veneriamo come nostra Protettrice.

Fu probabilmente l'Arciprete D. Vito De Sanctis a promuovere l'istituzione di una festa in onore dell'Annunziata, visto che finalmente si disponeva di una statua che poteva essere portata in processione. San Giuseppe, invece, fu scelto quale Protettore principale della novella "Magnifica Università di Tuglie" (la denominazione settecentesca del Comune) che ogni anno metteva a disposizione per i festeggiamenti la somma di ducati cinque e venti grana.

I festeggiamenti in onore dei Protettori vengono sospesi intorno agli anni 1858/60, quando, feste e fiere sono vietate dalle autorità per evitare assembramenti di persone e l'eventuale verificarsi di disordini antiborbonici. Così, anche l'importante fiera del bestiame, istituita a metà del '700 da Carlo III° di Borbone, abbinata ai festeggiamenti della Protettrice, venne sospesa per parecchi anni. Solo nel 1870, il Sindaco Vitantonio Ria istituisce nuovamente la fiera da tenersi nei giorni 24, 25 e 26 di marzo a partire dal 1871 e individua come sito il "Largo Termiti" che poi diviene "Largo Fiera". La fiera di Tuglie, su pubblicazioni dell'epoca, viene classificata "di notevole importanza" ed è specializzata per gli attrezzi agricoli e casalinghi, ma particolarmente per i volatili da cortile. Gli animali maggiormente scambiati sono i pulcini. Da qui deriverebbe l'attribuzione del nomignolo "puricini" agli abitanti di Tuglie. La Madonna dell'Annunziata in questo periodo diventa "titolare" anche dei festeggiamenti civili e il culto di San Giuseppe Protettore passa, per così dire, in secondo ordine.

Agli inizi del '900, la festa vive i momenti di maggiore splendore e la ricorrenza è molto sentita. Anche i Tugliesi emigrati in America contribuiscono economicamente alla sua realizzazione. Con le loro offerte, infatti, ogni anno si realizzava un grandioso spettacolo pirotecnico: "La Cumparsa". Si trattava di una bengalata che riproduceva l'immagine di un bastimento, simbolo della loro partenza dall'Italia.

Particolarmente devote alla Vergine visitata dall'Arcangelo Gabriele erano le donne sterili che si rivolgevano a Lei per avere il dono della maternità. Per grazia ricevuta, la popolazione femminile impreziosisce negli anni la sacra statua della Madonna con ex-voto anche molto pregiati, alcuni dei quali risalgono al 1700; le famiglie tugliesi manifestano la propria devozione dando ai propri figli il nome di "Annunziata" o "Annunziato", oggi "ingentilito" da Nunzia o Nunzio.
Specialità tipica della festa era "lu core te cupeta", un dolce a forma di cuore, realizzato con zucchero caramellato e mandorle, che i giovani regalavano alle fidanzate. Alcune di queste usanze oggi non esistono più o sono state soppiantate da prodotti nuovi, ma resta sempre, nel cuore dei Tugliesi, una grande devozione per la Vergine Annunziata.

(cfr. ENZO PAGLIARA "La Chiesa Matrice di Tuglie", Manduria, Ed. Barbieri, 1996)

Maria SS. del Carmelo

16 Luglio

Cenni storici

Nel 1883 fu aperta al culto la nuova Chiesa delle Anime, costruita a spese del defunto tugliese Don Antonio Santese, attraverso un cospicuo pio legato amministrato dal nipote Don Domenico Santese, per quasi mezzo secolo Arciprete di Racale. Per abbellire la nuova Chiesa il signor Giuseppe Romano fu Raffaele fece erigere un altare dedicato alla Madonna del Carmelo e contemporaneamente donò una magnifica statua in cartapesta, dal viso dolcissimo. Subito la sua devozione entrò nel cuore dei Tugliesi, sopratutto dei residenti nel rione Termiti che, in quegli anni andava espandendosi con strade più larghe e diritte ed abitazioni più comode ed ariose, rispetto al resto del tessuto urbanistico del paese.
Risalgono alla fine dell'800 i primi festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine, e, i più antichi documenti scritti che ad essi si riferiscono, sono del 22 giugno 1894, con cui si chiedeva al Vescovo di Nardò l'autorizzazione per celebrarli.

Nel tempo si sono consolidati e sono entrati nella tradizione tugliese, al secondo posto come antichità nell'ambito di tutti i festeggiamenti che si tengono nel corso dell'anno, dopo quelli patronali.
La festa, tranne qualche difficoltà negli anni '60-70 del Novecento, ha sempre avuto un decoroso svolgimento e si caratterizza sopratutto la devota "intorciata" della vigilia e per i rinomati concerti di musica lirico-sinfonica tenuti da complessi bandistici di fama nazionale.

Beata Vergine del Grappa

4 Agosto

Quella dedicata alla Madonna del Grappa è l'ultima delle festività religiose estive, organizzate nel nostro paese con tanto impegno, amore, pazienza e dedizione da parte dei vari comitati organizzatori.

Cenni storici

Si tratta della sacra effige di Maria Ausiliatrice che il 4 agosto del 1901, con solenne cerimonia presieduta dal futuro Pio X, è posta a sormonto di un sacello, sulle pendici del Monte Grappa Veneto a protezione dei confini e dell'intera nazione italiana.

Durante la prima guerra mondiale, le sorti dell'esercito italiano, schierato contro le truppe austro-ungariche, si decidono proprio sul Monte Grappa e la statua della Madonna, lì collocata, diviene muta spettatrice di supremi sacrifici e sublimi eroismi; guarda i nostri soldati che a Lei si volgono cercando la cara immagine della madre lontana e tra loro, con materno sorriso, infonde coraggio a chi combatte, consola e benedice chi muore.
Nei momenti di tregua, i soldati italiani, stanchi e sfiduciati si riunivano intorno al piccolo sacello della Vergine, per riposarsi e pregare.

Proprio qui, il giorno 14 gennaio 1918, alle ore 10 del mattino, una granata austriaca colpisce il santo simulacro sul lato sinistro, facendolo cadere dal piedistallo: restano incolumi i soldati ai piedi del sacello. Da quel momento, il legame tra i nostri soldati e la madonnina mutilata, diventò indissolubile.
Testimoni di quell'evento furono molti nostri concittadini tugliesi che militi di quegli infausti conflitti, tornati alle loro case vollero ricordare per sempre la soave Madonnina e l'eroismo dei tanti che furono tra loro ma non fecero più ritorno.
Per questo, negli anni 1938-40, i combattenti tugliesi, guidati dal dott. Cesare Vergine, decisero di dare il nome di "Montegrappa" alla collinetta che sovrasta il paese di Tuglie, costruendovi in cima una chiesetta dedicata alla Madonna e un sacello in memoria dei caduti.

I festeggiamenti civili e religiosi alla Beata Vergine del Grappa, si sarebbero svolti il 4 agosto di ogni anno, in concomitanza con quelli che si svolgevano e tuttora si svolgono sul Monte Grappa veneto.

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